44ª Festival della Valle d’Itria
Cinque titoli d’opera, tra cui Rinaldo di Händel, proposto nella versione di Napoli del 1718 (finora mai eseguita in tempi moderni), e l’edizione critica di Giulietta e Romeo di Vaccaj.
E poi, concerti e appuntamenti dedicati a Gioachino Rossini per il 150esimo anniversario della morte; rassegne sinfoniche dislocate tra le basiliche e i chiostri di una delle perle barocche più affascinanti della Puglia; la partecipazione dell’orchestra svizzera La Scintilla, apprezzata da oltre vent’anni per l’attenzione alla prassi esecutiva originale.
È la 44ª edizione del Festival della Valle d’Itria, che si svolge a Martina Franca dal 13 luglio al 4 agosto 2018. Istituito nel 1975 da Paolo Grassi (allora sovrintendente del Teatro alla Scala), da Franco Punzi (all’epoca Sindaco di Martina Franca) e da un insieme di intellettuali e appassionati di musica guidato da Alessandro Caroli, il Festival si è contraddistinto, sin dalla sua nascita, per la riscoperta di titoli operistici e pagine musicali rare o sottovalutate, per la cura delle versioni integrali e delle edizioni critiche e per la fedeltà agli intenti dei compositori. Ad oggi il Festival ha rappresentato oltre cento opere e si è aggiudicato per ben sette volte il Premio Abbiati dell’Associazione nazionale dei critici musicali italiani.
Il cartellone
Il Direttore artistico Alberto Triola e il Direttore musicale Fabio Luisi firmano quest’anno un cartellone che abbraccia oltre quattro secoli di teatro musicale, con un occhio di riguardo per l’epoca barocca. Nello specifico il programma verte intorno al già citato Rinaldo – a Palazzo Ducale il 29 luglio, il 2 e il 4 agosto – opera in tre atti su libretto italiano di Giacomo Rossi che inaugurò un periodo di quaranta anni di successi per Händel a Londra. In scena anche Giulietta e Romeo di Nicola Vaccaj, rappresentata per la prima volta al Teatro alla Canobbiana di Milano nel 1825 e proposta a Martina Franca nell’edizione critica di Ilaria Narici, sempre nella suggestiva cornice di Palazzo Ducale il 13, il 15 e il 31 luglio. Il 22, il 24, il 26 e il 28 luglio è in programma alla Masseria Palesi Il trionfo dell’onore di Alessandro Scarlatti, una delle rare incursioni nel genere comico del compositore siciliano, che richiama il mito di Don Giovanni nel personaggio del giovane dissoluto Riccardo Albenori (interpretato da un soprano en travesti).
A Rossini, in occasione dei 150 anni dalla morte, sarà dedicata una originale versione del Barbiere di Siviglia dal titolo Figaro su, Figaro giù…! Rossini e il Barbiere: tutta un’altra storia, in collaborazione con due importanti istituzioni pugliesi, La notte della Taranta e il Carnevale di Putignano, in scena a Martina Franca (21 e 23 luglio, Atrio dell’Ateneo Bruni) e a Otranto (3 agosto, via delle Torri). Sempre al Cigno di Pesaro saranno dedicati vari appuntamenti concertistici e il titolo del Festival Junior con C’era una volta… Cenerentola! (25 luglio, Chiostro di San Domenico). Confermati inoltre due fortunati cicli del Festival “Novecento e oltre” e “Fuori orario”.
Il Festival
Nei suoi 44 anni di storia il Festival si è imposto all’attenzione internazionale per scelte inusuali e coraggiose come la messa in scena del Tancredi di Rossini nel 1976, ancora prima che esplodesse la renaissance del compositore pesarese, della Norma di Bellini nella versione originale con la protagonista dal timbro più scuro rispetto al suo giovane alter ego Adalgisa, e ancora Gianni di Parigi di Donizetti, Il Novello Giasone di Cavalli/Stradella, Napoli Milionaria! di Rota, delle rossiniane Aureliano in Palmira, Adelaide di Borgogna e Semiramide, de L’incoronazione di Poppea di Monteverdi, del Giulio Cesare e di Rodelina di Händel, di Fra Diavolo di Auber, il dittico Der Ring des Polykrates (Korngold) – Das Geheime Königreich (Krenek), L’Orfeo di Luigi Rossi-Daniela Terranova, Nur di Marco Taralli, Zaira di Bellini, Artaserse di Hasse, Crispino e la Comare dei fratelli Ricci, Maria di Venosa di Francesco d’Avalos, Giovanna d’Arco di Verdi.
Negli anni è progressivamente maturata l’attenzione per la Scuola musicale napoletana e i grandi compositori pugliesi d’allora, senza trascurare il repertorio belcantista e i grandi titoli europei, come la Medée di Cherubini nella versione originale francese con i dialoghi parlati, Robert le diable di Meyerbeer, La Grande-Duchesse de Gérolstein di Offenbach e la versione francese di Salomé di Richard Strauss. Il Festival ha contribuito alla crescita e all’affermazione di artisti come Mariella Devia, Martine Dupuy, Paolo Coni, Daniela Dessì, Patrizia Ciofi, Fabio Luisi, Renato Palumbo, per citarne solo alcuni.
«E pur col suo anonimato architettonico, Martina non è anonima: ogni cosa sembra firmata da un artista gentile e modesto che preferisce lasciare solo una data», scriveva il critico d’arte Cesare Brandi sulla città che ospita ogni anno il Festival. Adagiata sulle colline sud orientali della Murgia, in provincia di Taranto, Marténe – come la chiamano i martinesi – è una città barocca che gode di splendide vedute sulla Valle d’Itria, tra filari di vite, boschi e ulivi secolari.